Porto Selvaggio

Portoselvaggio è situato sulla litoranea S.Caterina - Porto Cesareo.

Con una legge del 1980, la Regione Puglia volle tutelare questa zona di particolare fascino paesaggistico, storico, ambientale, istituendo un Parco Naturale di 432 ettari di costa di cui ben 268 di superficie boschiva che comprende alberi di pini d'aleppo, pini italici e pini marittimi.

Lungo una serie di sentieri che tagliano il bosco, costeggiato da una scogliera che si specchia in un mare cristallino, si può raggiungere la Baia di Uluzzo, un giacimento paleolitico con manufatti in pietra e resti di grandi mammiferi (rinoceronti, cervidi, bovidi, equidi) di sì grande importanza da dare il nome ad un orizzonte arcaico di particolare importanza, il cosiddetto 'uluzziano'.

Subito dopo si incontra la prima delle numerose grotte di cui è ricco questo tratto di costa, la grotta di Capelvenere, che prende il nome da una pianta di felce capelvenere.

In questa grotta sono stati ritrovati reperti che risalgono ai primi insediamenti messapici, romani e  medioevali.

Salendo lungo un sentiero, per molti tratti gradinato, si giunge fino alla Torre dell'Alto, una delle piu' poderose fortificazioni aragonesi costruite a difesa della costa salentina , oggi è la sede del museo di biologia marina.

Sull'orlo di una strapiombo di 50 metri che finisce a picco nel mare, c' è la Dannata, un precipizio in cui, nel XIX secolo, cercò volontariamente la morte una ragazza che voleva sfuggire allo 'jus primae noctis' (diritto della prima notte) imposto da GianGerolamo Acquaviva, conte di Conversano e duca di Nardò, il famigerato 'Guercio di Puglia'.

Dalla Torre parte un sentiero che si affaccia sulla spiaggetta di Portoselvaggio, dove l'acqua è di un turchese brillante, aiutata in questo anche dalle sorgenti di acqua dolce che sorgono a pelo d'acqua e sono gli sbocchi dei torrenti sotterranei tipici di un territorio carsico come è questo tratto della costa pugliese.

Sant'Isidoro

La località di S. Isidoro è il posto ideale per chi ama la finissima sabbia e i fondali bassi.

Questo piccolo centro abitato, si è sviluppato negli ultimi anni e prende il nome dall'antica torre costiera che si affaccia su una lunga distesa sabbiosa che si divide in due isolette chiamate 'Lido dell'Ancora e Fiascone'.

A 2 Km da S. Isidoro si trova una vasta cavità sotterranea denominato 'Palude del Capitano', creatasi a causa dell'erosione causata dagli agenti atmosferici, uno specchio d'acqua salmastra che  comunica con il mare attraverso una rete di canali sotterranei.
Uno scenario veramente suggestivo. 

Santa Caterina

La marina di Santa Caterina dista 7 km da Nardò, centro balneare di grande valore ambientale e naturalistico, grazie alla tranquilla e verdeggiante pineta, le grotte naturali ed un limpidissimo mare.
Santa Caterina è sormontata dalle due vicine torri di "Santa Caterina" e "Dell"Alto".

Dalle alture di questo piccolo centro turistico si può ammirare il litorale salentino delimitato da Gallipoli verso sud e dal parco naturale regionale di Porto Selvaggio verso nord.

Alle spalle del tratto di costa che va da Santa Maria al Bagno sino a Santa Caterina, vi sono le Cenate, una delle zone residenziali più belle del Salento ed il suo nome deriva dall’ uva “acenata”.

Santa Maria al Bagno

Santa Maria al Bagno é un grazioso paesino del Comune di Nardò posto nel mezzo della favolosa baia che va da Gallipoli fino alla punta di Santa Caterina, altro centro turistico della marina di Nardò.

Santa Maria al Bagno nasce come porto poiché vi trovavano rifugio le navi a causa del mare in tempesta, fu poi frequentata dagli abitanti di Nardò per gli scambi commerciali; in seguito, vista la bellezza del mare e della sua costa, i signori di Nardò incominciarono a costruirvi le loro dimore estive, ubicate a qualche centinaio di metri dal mare.

Nel medioevo fu ripetutamente saccheggiata da pirati e saraceni, in particolare, furono i Veneziani che, dopo la caduta di Gallipoli nel 1484, gli crearono più danni.
Gli abitanti furono costretti ad abbandonare Santa Maria al Bagno, riparando nei paesi vicini dell'entroterra.

Le incursioni si protrassero per secoli. Per difendere le popolazioni da questi attacchi, nel 1563, Carlo V realizzò un programma di difesa delle coste costruendo una lunga catena di torri di avvistamento, a quell'epoca risale infatti la torre del Fiume di Rivabella.

Ora il paese è sede di villeggiatura degli abitanti dei comuni vicini e dei turisti alla ricerca di acque cristalline e coste selvagge.
Santa Maria al Bagno sorge in uno scenario caratterizzato da un alternarsi di rientranze e sporgenze, punte aspre e dolci pendii, boschi e pinete.

La costa é bassa e comoda per la discesa al mare. Per gli amanti della spiaggia, basta spostarsi al centro del paese dove c'è una spiaggia piccola ma molto carina.

La costa é bella e variegata, ricca di insenature con un mare cristallino e meraviglioso.